Dopo alcuni anni dall'entrata in vigore del decreto legislativo 231, che ha introdotto nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa degli enti, anche la mancata osservanza delle norme sulla “sicurezza sul lavoro” rientra nel novero dei “reati presupposti” da tale decreto.
Nel mese di agosto del corrente anno è entrata in vigore la legge 231 che tra le norme che il Governo ha introdotto e reso immediatamente operative, annovera l'ampliamento dei “reati presupposti” che giustificano l'applicazione delle sanzioni prevista dal decreto 231. E’ prevedibile che si giungerà ad un ridimensionamento delle pene pecuniarie perché ad oggi la legge prevede, nel caso di lesioni gravi, che la sanzione pecuniaria non possa essere inferiore ai 258.000 euro, oltre ad una serie di provvedimento cautelari che l'autorità giudiziaria può applicare durante il giudizio di accertamento del reato che prevedono per un minimo di tre mesi fino ad un massimo di un anno: l'interdizione dell'esercizio dell'attività; la sospensione o revoca delle autorizzazioni/licenze/concessioni; il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione oltre all’esclusione da finanziamenti, sussidi, contributi e la revoca di quelli già ricevuti, il divieto di pubblicizzare beni e servizi e la pubblicazione della sentenza di condanna.
Tali misure si applicano quando sussistono gravi indizi da far ritenere la responsabilità della società per un illecito “amministrativo”, ovvero la mancanza sorveglianza dell'attività delle persone che agiscono per suo conto, o nel suo interesse, e/o vi siano fondati e specifici elementi da far ritenere in maniera concreta il pericolo che vengano commessi illeciti della stessa specie di quelli commessi.
Nel concreto, l'applicazione di queste sanzioni può avvenire qualora un operaio, nel compiere le proprie mansioni subisca un infortunio che lo tenga lontano per almeno 40 giorni dal posto di lavoro, si configura in questo caso l'ipotesi di lesioni personali gravi, sempre con la presunta violazione di una norma sulla legislazione sulla sicurezza sul lavoro.
Con la presenza di un “sistema di gestione” aggiornato, previsto dal decreto legislativo 231/01, si può evitare l'applicazione delle sanzioni, in quanto è richiesta l'accertamento in concreto della sua inadeguatezza, prima della loro richiesta e quindi della loro eventuale applicazione.